lesbo
Inaspettato incontro
di Sleepy699
15.11.2024 |
14.141 |
7
"Rude e senza impegno, alla faccia di quello stronzo di mio marito!
“Ti voglio dentro di me» ho ansimato..."
«Ciao, sono Elena.»«Piacere, Silvia.»
Le tesi la mano, vergognandomi un po’ per il mio aspetto, per i capelli poco curati e i blue jeans troppo casual. Ma lei sembrò non farci caso. Aveva le mani e le braccia colme di anelli e bracciali. una borsa Dior in pelle nera a tracolla (che classe!) e con quei lunghi capelli biondi e quel corpo magro e longilineo, Elena somigliava ad una dea che ogni tanto, per soddisfare un capriccio, si abbassava a mescolarsi con noi mortali.
“Ti piace la festa?”
“Si certo, e’ che non conosco quasi nessuno”
“Adesso conosci me, sono cugina di Nadia, la padrona di casa”
“Ah bene… Nadia è una mia collega”
«Ti ho osservata, e ho notato che tutti si divertono tranne te. Cosa c’è? Hai rotto con il tuo uomo?»
«Sì… Cioè no…» balbettai. “In realtà mio marito mi ha fatto arrabbiare, abbiamo litigato e mi ha piantato qui sola”
«Capisco» disse Elena. Indossava un abito verde smeraldo con una profonda scollatura a V che si poteva permettere grazie al suo delizioso seno piccolo, mini boobs di classe! Completava il quadro uno spacco mozzafiato che metteva in risalto le sue gambe lunghe e abbronzate.
“Ti faccio compagnia io stasera, ti va?” Mi disse.
Al terzo giro di spritz a stomaco vuoto e mi sentivo ridere come una gallina mentre flirtavo con Elena. Dovevo avere lo sguardo un po’ annebbiato dai fumi dell’alcool. I freni inibitori si stavano allentando.
«A me gli uomini piacciono molto… Ma anche le donne sai?”
“Per me sono tutti uguali, io non rinuncio a niente” mi disse lei.
Parlava con lei come se la conoscessi da una vita, senza filtri, con semplicità.
La stessa semplicità con cui mi chiese di accompagnarla di sopra.
«Voglio mostrarti una cosa» disse. Così mi portò al piano di sopra, in camera da letto. Chiuse la porta e aprì e tirò fuori uno strap on dalla borsa di pelle griffata. Era un enorme fallo rosa ancorato alla sua imbracatura.
«Vedi? È questo che fa diventare uomini e donne tutti uguali. Ti va di provarlo?»
«Veramente… Non so…credo di essere un po’ ubriaca» continuavo a ridere come una gallina
«Dai, non fare la timida. Una sveltina è quello che ci vuole alla faccia di tuo marito.»
Mi sentivo lusingata dall’interesse di Elena. E poi ero anche curiosa, perché non avevo mai indossato uno strap on, e morivo dalla voglia di farlo.
«Levati i pantaloni, così ti aiuto a metterlo»
Esitai un istante. Lo strap on aveva una cintura elastica da allacciare ai fianchi. Mi tolsi i jeans e poi lo slip mentre pensavo che meno male che ero stata dall'estetista recentemente e avevo la passerina in ordine. Elena mi aiutò a sistemare il dildo e così mi ritrovai un grosso fallo color carne in silicone agganciato al pube.
«Sei proprio carina così» mi stuzzicò.
Parlava con voce provocante, e con ugual malizia s’inginocchiò ai miei piedi. Prese il fallo tra le labbra, lo leccò tutto intorno, poi cominciò a succhiarlo, simulando un rapporto orale. Io guardavo quello spettacolo come ipnotizzata. Non potevo credere che una strafiga come Elena era inginocchiata davanti a me adorando il mio grosso pene in silicone. Inutile dire che mi sentivo sempre più eccitata. Le afferrai i capelli spingendole il dildo dritto in gola senza tanti complimenti , lei cominciò a salivare abbondantemente, continuai fino a che la feci tossire.
«ehi….vacci piano» mi disse, una volta ripreso fiato. «Avanti, dallo a me. Ti mostro come si fa.»
Seppur riluttante, le ho ceduto lo strap on. Lei si è tolta il vestito e lo ha indossato sulla pelle nuda, poi mi ha spinto sul letto.
«Ti devo preparare…» ha spiegato. Un attimo dopo la sua faccia era tra le mie gambe, leccandomi la fica come fa un gattino che beve dalla ciotola del latte, facendo scorrere la lingua su e giù, e sforando appena il clitoride. Era una sensazione incredibile. Le mie gambe sembravano avere vita propria e si muovevano a scatti, cercando invano di seguire il ritmo frenetico della lingua di Elena.
«Adesso sei pronta per essere scopata» disse, con una punta di soddisfazione.
Non potevo essere più d’accordo, una sveltina era proprio quello che mi serviva. Non parlo d’amore, non parlo di sesso ma di una bella scopata. Rude e senza impegno, alla faccia di quello stronzo di mio marito!
“Ti voglio dentro di me» ho ansimato. «Voglio che mi ficchi quel coso tutto dentro, e mi scopi come se fosse una questione di vita o di morte”
“Tesoro non c’è bisogno che tu me lo dica. So esattamente cosa fare…”
Spinse il dildo dritto nella mia fica bagnata non trovando quasi resistenza.
«Ehi fai piano!» gridai.
A dispetto dei suoi modi eleganti, a Elena piaceva il sesso violento. Ma ora che avevo capito il suo gioco non mi sarei fatta cogliere impreparata. Quando lei ricominciò a spingere, sollevai il bacino e mossi i fianchi in avanti per assecondare i suoi movimenti.
Il grosso dildo color carne entrava e usciva dalla mia fica guidato dal movimento di bacino potente e aggressivo di Elena. Non era amore, non era sesso, ma qualcos’altro, qualcosa di feroce e animalesco che scuoteva i nostri corpi.
In preda alla frenesia emisi un grido acuto, ma stavolta non era il dolore a parlare: era la carne. La mia carne fremeva, urlava, esultava prossima all’orgasmo.
«Continua… Ti prego, non smettere…»
Fui sopraffatta dalla sua abilità nel darmi piacere. La supplicavo di non fermarsi, anche se così mi avrebbe spaccato in due. Dentro e fuori, ogni volta il dildo penetrava più in profondità per farmi godere, per prosciugare anche l’ultima goccia del mio piacere. «Più veloce» ansimai. Lei invece rallentava, poi accelerava, poi rallentava di nuovo. Provavo ad assecondare il ritmo con i fianchi, ma non riuscivo a starle dietro., mi sentivo come se stessi per scoppiare. Le mie mani afferrarono le lenzuola, le tirai così forte che quasi le strappai. Non ce la facevo più, il piacere era diventato troppo intenso e si stava trasformando in una beatitudine incandescente che dalla fica arrivava dritta al cervello. Inarcai la schiena mentre la mente esplodeva. Il piacere era così grande che le lacrime iniziarono a rigarmi le guance.
Ero finalmente appagata e del tutto esausta… restammo stese sul letto a fissare il soffitto, mute, aspettando che una delle due rompesse il silenzio con una parola, o un gesto.
«Ora devo tornare alla festa» mi disse e comincio’ a rivestirsi. Si congedò sfiorandomi con un lieve bacio le labbra.
In quel momento pensai che ogni donna dovrebbe incontrare una donna che la prenda e la guidi verso il piacere.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.